Il 27 ottobre 2022, gli studenti della classe 5 AL dell’istituto Poerio di Foggia hanno incontrato a Roma, presso il centro di cultura ebraica, l ’istituto Pitigliani, la scrittrice Edith Bruck, come momento conclusivo del percorso di Pcto incentrato sulla lettura del suo libro , Il pane perduto, esperienza fatta in collaborazione con l’associazione Progetto Memoria che propone “Leggiamo insieme un libro”. Ringraziamo, con sincerità e gratitudine, tutta l’associazione ed in particolare la prof.ssa Anna Esposito, che con grande dedizione ed affetto ha curato i vari momenti del lavoro.
Ringrazio la nostra dirigente scolastica per tutta la sua disponibilità e l’opportunità, che ha dato ai nostri ragazzi, di fare l’esperienza e soprattutto di incontrare Edith Bruck, una testimone del male assoluto, ma per noi, soprattutto, esempio di forza, di tenacia, di libertà, di persona che non si è piegata al male, né quello vissuto nell’esperienza di deportazione né quello della sua vita privata. Non è facile trovare parole per esprimere l’emozione di essere lì davanti a lei. Il silenzio e gli sguardi che si sono incontrati esprimevano l’ affetto e l’ammirazione per la sua persona, per la sua testimonianza, una testimonianza instancabile, perché fedeltà ad una promessa fatta ma che è anche desiderio del suo cuore di trasmettere amore per la vita e lotta per ogni discriminazione, soprattutto ai nostri giovani.
Possiamo e vogliamo solo dirle GRAZIE! Grazie Edith!
Un grazie sentito, genuino, da parte di noi tutti e che parte dal cuore.
In due incontri precedenti, in videoconferenza, gli studenti hanno attraversato insieme a lei la sua dolorosa storia, hanno raccolto le sue emozioni … le sue domande inespresse ed inascoltate, la sua paura, la sofferenza atroce , la lacerazione interiore ma anche i PUNTI LUCE, come li chiama lei, che le hanno permesso di non soccombere e di sentirsi ancora un essere umano.
“La storia
Quella vera
Che nessuno studia
Che oggi ai più dà soltanto fastidio
(che addusse lutti infiniti)
D’un sol colpo ti privò dell’infanzia.”
Con queste parole, il suo amato Nelo, la invita a raccontare il suo dolore.
“ Tanto tempo fa c’era una bambina che, al sole della primavera, con le sue treccine bionde ballonzolanti correva scalza nella polvere tiepida”….
E … L’incontro in presenza ha riavvolto il nastro della memoria e dei ricordi di Edith, ha rinnovato il dolore e la commozione che Edith con grande semplicità e generosità ci ha regalato, ci ha fatto entrare nella sua storia e … l’abbiamo rivissuta insieme a lei, attraverso la sua voce ed attraverso le sue parole , lette magistralmente da Alessandro Santulli, uno degli studenti.
L’incontro ha visto gli altri ragazzi recitare alcuni versi tratti da due sue opere, TEMPI e VERSI VISSUTI, opere in cui Edith sceglie il linguaggio della poesia, che più di ogni altro riesce a raccontare le emozioni ed a toccare il lettore.
Per la scrittrice è uno spazio intimo in cui cerca l’incontro con il lettore, uno spazio in cui riesce finalmente ad invocare tutti i nomi perduti, come quello della madre o del padre, dei fratelli, come anche dell’amato, per chiamarli ancora alla parola e al dialogo quasi a ricucire lo strappo e tentare di elaborare il lutto. Tempi chiamati a raccolta, come si esprime Michela Meschini nella prefazione della prima opera : Tempo dell’infanzia e della vecchiaia; il tempo dei riti familiari ed il tempo della solitudine; il tempo della memoria e quello del dialogo; il tempo del presente e quello del futuro.
Versi Vissuti, invece, una produzione poetica che riunisce tre raccolte di poesie che Edith Bruck ha pubblicato nell’arco di una quindicina di anni, tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta: Il tatuaggio (1975), In difesa del padre (1980), Monologo (1990). In queste parole è ancora una volta il dolore a fare da elemento conduttore, il dolore del presente che si riallaccia a quello del passato e pure a quello del passato remoto dell’infanzia, di prima del grande trauma della deportazione. Questa poesia ci dice chiaramente che se la perdita è insanabile e la memoria è un peso che può travolgere, è sempre la memoria il luogo a cui attingere la forza , e questi versi sono versi vissuti perché scaturiscono dall’esperienze e dal bisogno innato di raccontare e di testimoniare.
Nella nota che accompagna la sua prima raccolta, Tatuaggio, Edith Bruck scrive: «fin da bambina invece di pregare la sera a letto leggevo le poesie […] ero convinta che la poesia fosse profezia, la poesia fosse la follia dei puri, degli innocenti; la poesia non nasconde né inganna e le poesie riuscite, valide, belle contengono bellezze e verità assolute […] non saprei neanche oggi dire cosa è questo mio libro, so soltanto che questi versi sono nati improvvisamente in uno dei momenti più disastrosi della mia vita e mi erano necessari come ancora di salvezza […]. E nonostante ad ogni incontro, la ferita si riapre e sanguina nuovamente, o quando la stanchezza e lo scoramento affiora.
“Anch’io penso spesso che non c’è più speranza – aveva rimarcato la Bruck nel giorno della laurea honoris causa -, che è inutile scrivere, gridare, testimoniare, ammonire le coscienze. Poi mi dico: fai, cammina, parla, racconta, non arrenderti finché c’è e ci sarà un solo lettore, una sola persona in più che abbia capito che ogni uomo ha diritto alla stessa dignità e non ci sono sott’uomini, ma solo sotto ideologie che portano alla barbarie, varrà sempre la pena di scrivere, di ricordare per vivere e di vivere per ricordare”.
Grazie ancora, Edith!
La sua persona e la sua vita , resteranno come ricordo indelebile nel nostro animo ed abbiamo fatte nostre le parole che lei stessa ha scelto per papa Francesco, quando è andato ad incontrarla “ Chiederò ad Adonai di tenerla in vita a lungo”
Prof.ssa D’Apollo
Ad Edith gli studenti della classe 5 AL
Al termine di questo percorso con Edith, sentiamo di aver vissuto una bella esperienza, che ci ha non solo arricchito culturalmente, ma ha toccato profondamente il nostro cuore, sensibilizzandoci su un argomento su cui oggi ormai non si parla abbastanza. Chi ha vissuto tali atrocità, come Edith, ha ancora di più a cuore il senso della vita, ed è grazie a testimoni come lei che oggi possiamo continuare a portare avanti la memoria di chi purtroppo, a causa di esseri senza cuore e senza anima, ha perso la vita.
Tutto questo non può e non deve essere dimenticato; tutto questo, soprattutto, non deve e non può più accadere, perlomeno, non dobbiamo permetterlo.
Ringraziamo ancora Edith Bruck, per essere stata testimonianza viva di tutto ciò, non potremo mai dimenticare la sua forza, quelle forza che ha dimostrato in passato e dimostra tutt’oggi nel parlare di ciò che ha passato. E’ un grande esempio da seguire, e soprattutto una donna che possiamo considerare una grande e forte guerriera.
PROGETTO MEMORIA
durante il pomeriggio del 27 ottobre 2022, ha ricevuto la classe V AL insieme alla prof.ssa M. Carmela D’Apollo, il prof. Leonardo Scopece e la dirigente dott.ssa Enza M. Caldarella, presso il centro ebraico Pitigliani di Roma, per concludere il percorso di lettura condivisa cominciato l’anno scorso sul libro ‘Il pane perduto’, di Edith Bruck.
Tutto si è svolto in un clima di grande accoglienza e serena interazione tra gli alunni ed Edith, visivamente commossa dalle parole e tributi ricevuti dai ragazzi e professori. Le domande sono state interessanti anche se hanno in alcuni casi fatto riemergere inevitabili dolorosi ricordi ma Edith non si è risparmiata di raccontare, raccontare, raccontare…
Edith si è mostrata attenta ad ogni sollecitazione e ha dato risposte lucide, sincere, tenere nei confronti di tante manifestazioni di solidarietà ma anche critiche nei confronti di chi non opera nel rispetto dei diritti umani universali. Tra l’altro è riuscita a sviluppare anche un clima di accorata partecipazione emotiva sul tema della famiglia e del valore delle figure genitoriali che tanto spazio occupano anche nelle raccolte di poesie ‘Tempi’ e ‘Versi vissuti’, su cui è stato svolto da parte degli alunni un lavoro di analisi e traduzione.
Edith ha ascoltato le poesie tradotte in quattro lingue dalle voci di alcuni alunni ( pubblicate su https://www.progettomemoria.info/alternanza-scuola-lavoro-e-pcto-2)ed ha ringraziato per la copia cartacea firmata da tutti, come pure ha apprezzato il libro sulla storia dell’istituto donatole dalla preside, oltre al volume su Foggia, scritto dal prof. Leonardo Scopece.
E’ stata indubbiamente un’ esperienza di alto valore umano e civile e siamo soddisfatti. Siamo riusciti con la scuola e nella scuola a scrivere una pagina importante, a trasmettere il grande valore della vita, della democrazia e dell’uguaglianza tra gli uomini attraverso il racconto di una testimone della shoah che continua a lottare contro le ingiustizie, che sa che per natura l’uomo continuerà a distruggere ed uccidere ma che, nel suo ‘Pane perduto’, afferma che bisogna ‘lasciar morire di fame il Male’. Per questo Edith continuerà a parlare ai giovani finchè avrà vita.
Grazie a Edith! Grazie ai ragazzi e ai docenti dell’Ist.’Carolina Poerio’ di Foggia!
Da Progetto Memoria e da
La referente del progetto
‘Leggiamo insieme un libro’ Anna Esposito
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